giovedì 29 settembre 2016

Obiettivo Mosca… e ritorno

Attraversare la Russia europea in macchina. Un viaggio attraverso l’Est Europeo, cercando di disegnare traiettorie che parlano di storia, natura, cultura..
Vedere Paesi diversi, conoscerne le culture, cercare similitudini e differenze in quello che fino a meno di 30 anni fa era il “blocco sovietico”, sino a giungere al Cremlino e nella Piazza Rossa.  E ritorno.
Questo è l’obiettivo, ma la preparazione e l’iter burocratici sono abbastanza articolati: capiamo subito che entrare in Russia in auto, tra assicurazione, visto ed altre pastoie, non è proprio easy. Dopo qualche fila, riusciamo, comunque, ad ottenere tutto il necessario. Un consiglio: chiedete info per l’assicurazione, e non sottoscrivetela prima di avere certezza sul tipo(ergo acquistate quella che vi consiglia – impone – l’ufficio consolare).
Si parte con una Polo di oltre 10 anni e già parecchi km nelle ruote (Turchia, Amsterdam, Portogallo…). E’ sera, il tempo di caricare la macchina e già l’autostrada corre via veloce… Italia, Austria, Slovacchia, sino al confine con la Polonia. Ricordatevi di comprare la”vignetta” (ossia un tagliandino adesivo da apporre sulla vettura) sia in Austria che in nella Slovacchia.
Superiamo Bratislava, proseguiamo per Zvolen, e continuiamo verso nord, incontriamo il Parco Nazionale del Bassi Tatra e, poi, il fantastico, Tatra National Park. Luoghi stupendi, incontaminati, viene la voglia di sostare qui: perfetto per il trekking e per il relax, con aspre vette, laghetti di montagna e le infinite varietà del verde offerte dai prati, bosco, conifere, sottobosco.
Ma abbiamo deciso di fare la prima sosta in territorio polacco, e così giungiamo a Zakopane, famosa stazione sciistica. Ebbene, abbiamo toppato. Non la consiglio assolutamente (forse per sciare in inverno, non so). Troppo, troppo turistica. Un “grumo” di caos che stride con la cornice di bucolica bellezza del paesaggio.
Decidiamo di proseguire oltre, circa 150 km per giungere a Cracovia.
Città fantastica, alla cui fervente vita culturale si associano una quantità infinita di ristoranti e pub dove bere una buonissima birra (e detto da me, che proprio non la amo..)
Il centro storico è un vero gioiello, in particolar modo la Piazza del  Mercato, con il Sukiennice (il mercato dei tessuti) e la Torre del Municipio. E tra i numerosi “night spilla turisti” (con prevalenza italiani,che gongolano proprio nell’essere presi all’amo…mah… non bisogna mica fare tutti ‘sti chilometri)  e le eleganti pasticcerie-bistrot si  può passeggiare in un’elegante miscellanae tra rinascimentale e barocco.
Anche la collina di Wawel con il Castello e la Cattedrale merita un bella visita, detto ciò la
cosa che più mi ha entusiasmato è il clima di sperimentazione in campo culturale che si respira. Clima che affonda le radici in una delle Università più antiche d’Europa, fondata nel 1364.
L’Università Jagellonica di Cracovia, in cui studiò anche Copernico, è il vero propulsore della città ed è una struttura stupenda, con un “chiostro” con intarsi in legno e portici con colonne ad arco acuto.
Cracovia è la capitale polacca della cultura, sia per la presenza di questa istituzione del sapere, sia per una molteplicità di attività che costellano il panorama artistico-produttivo: dalla musica, al design, alla moda.
E’ anche la città del bellissimo quartiere di Kazimierz, quartiere ebraico nella sua parte orientale. E’ il luogo di una delle tristi pagine del secolo scorso, con la deportazione del marzo ’43. E’ qui che è ambientato il film di Spielberg “Schindler’s list” e passeggiando si può vedere la “fabbrica della memoria”, oggi Museo,  ossia l’industria di pentole di proprietà di Oskar Schindler mediante cui riuscirono a salvarsi circa 1200 ebrei dalle atrocità del nazismo.
Nel quartiere ebraico vi consiglio di passeggiare per ulica Szeroka e giungere alla Sinagoga vecchia. Come da vedere è la Sinagog nuova (all’estremità nord di Szeroka)
Dopo qualche giorno in questa splendida città, accompagnati da una degna quantità di birra – che sarà una costante del nostro East Europe Trip – ci rimettiamo in viaggio.
Ma facciamo una sosta necessaria. Dura, dal fortissimo impatto emotivo, ma necessaria.
Il campo di sterminio di Auschwitz, per non dimenticare. Mai. Quanto può essere crudele ed infimo l’uomo. E quanto è  violento il negazionismo, violenza perpetuata da idioti che ancora oggi indossano maglie o bandiere con la croce uncinata. Troppi in Polonia, tanti, troppi anche in Italia
Non ci sono parole, non possono essercene. Entrare in quello spazio, ascoltare, leggere, guardare. I pensieri si fermano ed il silenzio si riempie delle urla del passato. Che non deve mai passare.
Finiamo la visita, ci sediamo prima di uscire, c’è un bel sole, il vento soffia e muove qualche filo d’erba.
Entriamo in macchina, senza voglia di parlare. Chiusi, un po’ sballottolati, così partiamo con il portabagagli aperto, e percorrere qualche centinaio di metri prima che qualcuno ci avvisi. Facciamo sorridere chi è sul ciglio della strada, sorridiamo anche noi. Prima di tornare in silenzio, ci vorranno parecchi chilometri prima di riprendere il flusso normale di parole e pensieri. I chilometri scorrono in direzione nord…

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